TARANTO — Far diventare Taranto il polo di riferimento per le tecnologie eoliche del Mediterraneo. E’ l’idea di fondo, sostenuta dalla facoltà di Ingegneria di Taranto del Politecnico e dalla Vestas Italia, l’azienda leader nella costruzione di pale eoliche con sede al quartiere Paolo Sesto, abbinata al progetto di un campo eolico che Societ Energy vuole realizzare in mar Grande a Taranto.
Il parco è costituito da 10 aerogeneratori, ognuno di tre megawatt di potenza, capace di generare trenta megawatt di energia. Le torri si ergeranno sul mare per un’altezza di circa 110 metri e convoglieranno l’energia prodotta alla rete nazionale attraverso un cavo sottomarino lungo circa due chilometri.
Il Ministero dei Trasporti ha convocato la conferenza dei servizi per giorno 28 luglio. «Il progetto è ormai a metà del suo cammino per ottenere la valutazione di impatto ambientale – chiarisce l’ingegner Luigi Severini, il progettista dell’impianto, – e da quando ci daranno il via libera occorreranno dodici quindici mesi per realizzarlo. I trenta megawatt di energia sono sufficienti, ad esempio, a non far dipendere le attività del porto di Taranto dall’energia elettrica della rete nazionale, in altre parole sono sufficienti a renderlo autonomo ». Del progetto e delle sue implicazioni si parlerà martedì 23 giugno nella basilica di Histò a San Pietro, sul mar Piccolo, in un convegno organizzato da Societ Energy, l’azienda che vuole realizzare il campo eolico.
La presentazione, insieme con i docenti del Politecnico e i tecnici di Vestas e davanti ai rappresentanti delle istituzioni e delle imprese, vuole sottolineare il fatto che le attività collegate all’introduzione massiccia di uno sviluppo sostenibile costituiscono attualmente l’unico motore di spinta economica su cui basare un’economia della crescita eticamente accettabile. Aspetto che coinvolge le attività industriali legate alla produzione dell’energia dal vento e che coinvolgono quasi tutti i settori dell’economia.
La realizzazione proprio a Taranto del parco eolico «nearshore», nella rada di Mar Grande, ha anche il significato, nelle intenzioni dei progettisti, di un nuovo modello di sviluppo locale fatto di eco sostenibilità, tecnologie avanzate, produzioni pulite. Una scommessa attraverso la quale Taranto può candidarsi ad un ruolo rilevante nel Mediterraneo sia per la presenza della Vestas che per la presenza del Politecnico ancora oggi alla ricerca di una sua identità d’eccellenza.
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