Ieri ho rivissuto l‘inferno. L‘inferno dell’ILVA senza neanche lavorarci. Lavoro in Vestas, la multinazionale leader mondiale per la produzione di energia moderna. Produciamo energia con impianti eolici. La mia sede è vicina all’impianto di agglomerazione dell’ILVA, ho praticamente la ciminiera quasi in ufficio. L’aria ieri era completamente irrespirabile, grigia, sporca. Quando il vento gira, senti lo schifo entrare nei tuoi polmoni, ti sale la paura che ti venga qualcosa, senti che la tua vita s’accorcia. E ti manca l’ossigeno.
Avrei voluto avere il tempo di fermarmi a fare una foto a quello spettrale spettacolo: una nube rossastra, il fuoco ed il gas che escono dalle ciminiere e dagli impianti, la pioggia marrone, la macchina completamente ricoperta di schifosissima polvere rossa. Ci son due cose che mi fanno veramente rabbia. La prima è il fatto che lavoro con l’energia eolica, e respiro schifo. La seconda è la rassegnazione. La gente continua la sua vita, ormai rassegnata all’ILVA, ai suoi profumi. Consapevole che, nonostante tutte le promesse che ci fanno, qui non cambierà mai nulla. Ed allora chi promette sa che sta vincendo, che ha raggiunto il suo scopo.
[techtags: inquinamento, Taranto, ILVA]