L’altra sera giravo nella blogosfera tarantina, ed ho trovato un post riguardo l’ambiente a Taranto. Il blog si chiama VideoPolitik, ed è di Gisella, ragazza che si definisce "una cantante libera, un’entusiasta del pensiero, si inerpica su teneri arboscelli e dice che sono alberi grandi…(Alda Merini)".
Il post di cui scrivo sopra si intitola "Taranto: respirare la morte", e lo riporto pari pari sperando non sia un problema per la stessa Gisella :
Taranto aveva il record per tumori già negli anni ’70 e questo triste primato è stato confermato da due studi dell’OMS, uno del 1997 e uno del 2001.
Secondo l’INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti), Taranto produce il 92% di diossina italiana e l’8,8% di quella europea, dati confutati dall’Ilva, ma che fanno del capoluogo ionico una delle città PIU’ INQUINATE DEL MONDO.
Nel frattempo il ministro Prestigacomo non solo fa la gnorri, ma addirittura ha rimosso i tecnici e gli esperti che componevano la Commissione Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.), rimpiazzandoli con altri nomi "di sua fiducia", uno dei quali, Bonaventura Lamacchia, è stato sospeso dall’incarico per una fedina penale non perfettamente linda.
Il Presidente della Regione Vendola intanto ha varato un disegno di legge che impedirà alla fabbrica di Taranto di emettere ancora morte dalle proprie ciminiere. Con questo ddl si riduce drasticamente il tetto delle emissioni di diossina fissato a livello nazionale (10 nanogrammi). La legge pugliese, prima in Italia, impone agli impianti la riduzione delle emissioni a 2,5 nanogrammi al metro cubo dal prossimo aprile sino ad arrivare a 0,4 nanogrammi a fine 2010.
A questo provvedimento la Prestigiacomo si definisce "esterrefatta" e replica: «in questo modo l’Ilva chiude in quattro mesi…c’è tempo fino al 2012 per l’applicazione dei valori limite di diossine e furani».
Evidentemente, le persone che sopravvivono in quest’area intossicata non hanno diritto di vivere come nel resto d’Italia e d’Europa; c’è tempo almeno fino al 2012 (!) per continuare ad ingrossare le statistiche delle malattie e delle morti legate all’inquinamento industriale, l’importante è produrre e restare competitivi.
Secondo l’"autorevole" ministra, insomma, l’Ilva di Taranto non inquinerebbe. Ma che ci volete fare, Riva è entrato nella cordata Alitalia..
Losappio, punta il dito contro la Prestigiacomo e il governo, spiega dettagliatamente il ddl varato dalla giunta regionale pugliese e nega rigorosamente che questo provvedimento possa comportare la chiusura dello stabilimento. Secondo Losappio, al contrario, il decreto comporta un investimento finanziario e di innovazione tecnologica per Riva affinchè quei valori di diossina vengano rispettati.
Losappio, inoltre, si ritiene sbigottito dinanzi al fatto che un ministro dell’Ambiente si faccia portavoce e vice di un imprenditore e adombra sospetti sul coinvolgimento di Riva nella cordata CAI.
L’assessore contesta anche il ridicolo limite temporale (2012) ingiunto dalla "ministra" all’applicazione dei valori limite di diossine e furani difende invece la necessità di anticipare la riduzione delle emissioni a 0,4 nanogrammi a fine 2010.
Intervento finale del Sindaco di Taranto e telefonata di uno spettatore, che spiega i motivi per i quali, qualora l’Ilva si adeguasse ai limiti di diossina imposti dal ddl regionale, non potrebbe assolutamente chiudere.
Opinioni del pubblico e dei cittadini tarantini, tutti concordi nel contestare la criminale politica ambientale del governo. Uno spettatore denuncia anche l’alta percentuale di inquinamento e della mortalità per tumori nel leccese a causa dell’Ilva.
Una cittadina invita Berlusconi a tenere a Taranto un prossimo consiglio dei ministri, come ha fatto a Napoli, dal momento che la situazione tarantina è 100 volte più grave che a Napoli.
Intervento di Cosimo Semeraro, per 29 anni operaio dell’Ilva e attualmente presidente dell’Associazione 12 Giugno, composta da familiari delle vittime e lavoratori colpiti da malattie professionali. Semeraro è malato di asbestosi, sindrome polmonare cronica legata all’inalazione di polveri di amianto.
Intervento di Paola D’Andria, presidente Ail Taranto.
Intervento di un esponente di Peacelink, che denuncia controlli alimentari (ben 72 analisi) effettuati a Taranto su campioni contaminati da diossina, controlli sui quali il ministero della Sanità non ha mai ravvisato diossina al di sopra dei limiti di legge. E’ bastata invece una sola analisi svolta dall’associazione Peacelink per innescare un vero e proprio scandalo ecologico e politico e per iniziare un controllo serrato, che è stato realizzato dall’Arpa e dalla Asl.
Come mai in tutti questi anni non è mai stato fatto un reale controllo?
Breve polemica tra il portavoce del comitato e l’assessore Losappio, che esprime perplessità sulla validità e sull’opportunità del referendum.
Intervento del presidente di Lega Ambiente Taranto, Leo Corvace, che denuncia l’operato fallimentare di Raffaele Fitto, ex governatore della Puglia in quota a Forza Italia e rivela che Riva in passato ha finanziato la campagna elettorale di Forza Italia a Bari, a Roma e a Taranto.
Telefonata drammatica di un ex operaio dell’Ilva.
Finale con un cortometraggio di Michele Didone e Fabiano Marti, adattato su immagini estratte dal film "Le vite degli altri" di Florian Henckel von Donnersmarck.
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