…e sarà il giorno della seconda Alta Marea, dopo quella dello scorso anno, ad un anno esatto di distanza…era il 29 Novembre 2008 (link1 – link2). Quest'anno ci si arriva forse con più consapevolezza, dopo un anno di battaglie, di corsi e ricorsi che, francamente, avremmo potuto tranquillamente evitare se qualcuno avesse usato un po' di buon senso ma soprattutto avesse fatto le cose come la legge comanda…
Per darvene prova, provo a riassumere quanto successo nelle ultime due settimane. Innanzitutto, sono state pubblicate le locandine (manifesti) per la manifestazione, pronte per essere stampate, affisse, condivise su Facebook e quant'altro:
Ma veniamo ad una sorta di riepilogo di quanto accaduto, le fonti delle informazioni sono tante (decisamente troppe, per i miei gusti, visto che c'è una ridondanza incredibile di notizie) e si finisce per non capire più nulla. La scintilla che ha provocato diverse azioni e reazioni scocca il 7 Novembre: alcuni operai scrivono una lettera al TarantoSera, e si dichiarano pronti alla protesta, pronti all'occupazione dell'intera città se il referendum dovesse essere approvato (e qui mi vien da chiedere: ma le domande del referendum le avete almeno lette?). Neanche a farlo apposta (qualcuno diceva che a pensare male si fa peccato, ma a volte ci s'azzecca!), e tre giorni dopo, il 10 Novembre, arriva la notizia ufficiale dai dirigenti ILVA: 6000 dipendenti andranno in cassa integrazione a partire dal prossimo 7 Dicembre…il caso, eh?
Andiamo avanti: è del 12 Novembre la notizia che riporta un'intervista rilasciata dal Governatore Regionale Nichi Vendola, secondo il quale il referendum è la risposta sbagliata, parole che fanno eco a quelle di Michele Losappio, Assessore regionale al Lavoro , secondo cui il referendum non risolve il problema. Sempre il 12 Novembre il Comune di Taranto ne fa un'altra: deliberando una modifica del regolamento comunale che prevede la non possibile concomitanza dei referendum con elezioni amministrative, politiche, circoscrizionali e, grazie alla suddetta modifica, anche quelle regionali, si ottiene come risultato il rinvio del referendum (approfondimenti: articolo Gazzetta del Mezzogiorno, Taranto Oggi e rassegna stampa dei Delfini Erranti).
Le reazioni non si fanno attendere: se il 13 Novembre l'ambientalista Fabio Matacchiera definisce in un comunicato stampa "gravissimo ed anticostituzionale scoraggiare il voto referendario", risalgono al 15 Novembre le dichiarazioni di Nicola Russo, leader dei referendari, che minaccia (minaccia poi mantenuta il giorno successivo) l'ennesimo ricorso al Tar di Lecce perchè sia la magistratura amministrativa a decidere la data del referendum, aggiungendo anche l'esposto alla procura della Repubblica visto che dopo due anni ancora il referendum non è stato indetto.
Intanto, come giustamente ha scritto qualcuno, si scopre che la già citata modifica al regolamento comunale non è valida, in quanto non era stato raggiunto il numero legale per deliberare, e questa si va a sommare alle tante figuracce collezionate dai politici locali (di destra e sinistra che siano, sia chiaro!). Lo stesso Consiglio Comunale si è aggiornato a Venerdì 20 Novembre, dalle 9.00 alle 12.00 per ri-deliberare…e gli attivisti di Taranto si sono già organizzati per essere presenti, mentre alle 10.00 dello stesso giorno, presso il Salone degli specchi a Palazzo di Città, AltaMarea terrà la conferenza stampa di presentazione della Manifestazione ormai prossima. E, per fortuna, si scopre anche che esistono ancora gli operai di una volta, quelli che hanno scritto al Comitato per Taranto dissociandosi dai colleghi autori della missiva del 7 Novembre e schierandosi dalla parte di chi lotta contro l'inquinamento con un solo obiettivo: liberare Taranto da questa morsa che la rende la città più inquinata e dissestata d’Italia e forse d’Europa (cit.).
Spero sia tutto un po' più chiaro, a parere mio si sta facendo un po' troppa confusione, disperdendo idee ed energie…ci vediamo il 28? 🙂
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