Taranto 25 settembre 2009
Il coordinamento delle associazioni ambientaliste e civiche raccolte nel cartello “AltaMarea” esprime la sua forte critica, nei confronti del Ministero dell’Ambiente, per il rilascio del nulla osta di compatibilità ambientale al progetto di costruzione della centrale termoelettrica presentato dall’ENI.
Le motivazioni a supporto di tale critica sono le seguenti :
1) L’incremento di produzione. La nuova centrale non sostituisce quella attualmente in esercizio. Di questa verranno dismessi moduli per meno di 20 mgw mentre continueranno a funzionare turbogas e turbine a vapore per una produzione di circa 60 mgw. Poiché la nuova centrale termoelettrica sarà dotata di una potenza di 240 mgw, il risultato è di ottenere una produzione complessiva di circa 300 mgw a fronte degli attuali 80 mgw.
2) L’impatto ambientale. I benefici ambientali derivanti dall’esercizio della nuova centrale termoelettrica, a parità di produzione più efficace e meno inquinante di quella attualmente operativa, risulteranno invalidati dal citato incremento della produzione. Alla riduzione della SO2 fa da contrappeso il notevole incremento della CO, dalle attuali 87 ton/a a 456 ton/a con conseguente aggravio del quadro ambientale del territorio. Nessun miglioramento si avrebbe invece per gli Nox.
3) Ripercussioni sull’effetto serra. L’esercizio della nuova centrale termoelettrica comporterà un considerevole aumento delle emissioni di CO2, da 337mila a 931mila ton/a. Un livello che, unito a quelle prodotte da Ilva ed Edison, proietterà Taranto come la città a maggior impatto sull’effetto serra a livello nazionale. Non solo. A causa dei suoi ritardi nell’applicazione del protocollo di Kyoto lo stato italiano dispone, nella ripartizione internazionale, di quote di emissioni di CO2 a titolo gratuito inferiori rispetto al suo fabbisogno. Ne consegue che quelle mancanti (circa 29 milioni) dovranno essere reperite sul libero mercato con relativo onere fiscale a carico di tutta la comunità.
4) Assenza di democrazia. Il Ministero dell’Ambiente, nonostante tutta la retorica sul federalismo, sfruttando le nuove leggi in materia, ha centralizzato tutte le decisioni nel settore energetico relegando regioni ed enti locali ad un ruolo consultivo del tutto ininfluenti nell’assunzione delle decisioni. IL parere contrario della Regione Puglia non è stato preso in considerazione. E’ prevalsa solo la volontà del ministro Prestigiacomo. Un segnale inquietante in vista del probabile prossimo contenzioso per l’individuazione dei siti per la costruzione delle centrali nucleari.
“AltaMarea” si oppone quindi ad un progetto che non si propone come risanamento ambientale di una vecchia centrale ma con l’unico obiettivo di diversificare l’attività produttiva dell’ENI sul territorio tarantino mirante alla creazione di un polo energetico da affiancare all’attività di raffinazione del greggio. L’azienda intende infatti quintuplicare la sua produzione di energia elettrica da 437 Gwh/a a 2166 utilizzandone solo il 25 % per soddisfare il fabbisogno della raffineria. Il resto, pari a circa il 75 %, verrebbe infatti venduto all’ENEL ed immesso nella rete nazionale. Un’operazione, quindi, tutta di ordine commerciale e speculativa, tanto più inopportuna poiché da realizzare a danno della salute dei cittadini ed in una regione che già esporta l’82% dell’energia prodotta dagli impianti siti sul suo territorio. Inoltre, l’operazione comporterà anche gravi perdite economiche ed ambientali nel trasporto dell’energia verso le altre regioni per la dispersione di energia sulle lunghe distanze sulle linee di trasporto, peraltro spesso inadeguate
“AltaMarea” non esprime posizioni ideologiche o preconcette sulla questione centrale elettrica e l’autoproduzione di energia elettrica nei grossi complessi industriali. Ma devono proporsi con l’adozione delle migliori tecnologie in assoluto e con capacità produttive, almeno nel nostro caso, circoscritte al proprio fabbisogno aziendale. Giusto, quindi, recuperare energia dai propri sottoprodotti , se adeguatamente trattati e funzionali ad un miglior rendimento degli impianti produttori di energia, al rigoroso rispetto delle leggi europee in materia di impatto ambientale, al continuo monitoraggio delle emissioni inquinanti ed al loro controllo pubblico, alla ricerca continua del miglior rapporto con il territorio dove si opera ed al servizio della sua crescita sociale ed economica.
Con le motivazioni esposte “AltaMarea” inserirà il “no” alla nuova centrale dell’ENI tra gli obiettivi da perseguire con la manifestazione che intende promuovere per il prossimo 28 Novembre .
Per le associazioni civiche ed ambientaliste riunite in “AltaMarea”:
Monica Andrisano, Gaetano Barbato, Luigi Boccuni, Maria Giovanna Bolognini, Giovanni Carbotti, Serena Cesaria, Leo Corvace, Paola D’Andria, Biagio De Marzo, Salvatore De Rosa, Lucio Dione, Roberto L’Imperio, Paola Fedele, Clara Fornaro, Lunetta Franco, Giancarlo Girardi, Michele Lazzaro, Antonello Leogrande,Gemma Leotta, Paola Lo deserto, Alessandro Marescotti, Pino Merico,Piero Motulese, Etta Ragusa, Francesco Ruggieri,
“ALTAMAREA”:
AIL – ARCI – ASS.NE BAMBINI CONTRO L’INQUINAMENTO – AIUTIAMO IPPOCRATE –ASS. VOLONTARI OSPEDALIERI – COMITATO PER TARANTO – GREENPEACE – IMPATTO ZERO – LEGAMBIENTE – LIBERA – LIPU – PEACELINK – SENSIBILIZZAZIONI LIBERE E CONCRETE – TARANTO VIVA – VIGILIAMO PER LA DISCARICA – WWF
Detto questo, l’Assemblea Generale degli aderenti alla manifestazione è convocata per Giovedì 1 ottobre 2009 alle ore 19.30 nell’auditorium della Parrocchia Sacro Cuore in via Fratelli Mellone 47 (all’altezza di via Dante).
L’Assemblea è convocata per esaminare ed approvare la piattaforma e per raccogliere TANTE, TANTE, TANTE adesioni. Il presente APPELLO è anche INVITO a Enti, Organizzazioni e cittadini a partecipare all’Assemblea.
Personalmente, mi sarà difficile partecipare…con Pane e PC stiamo ricominciando gli esami sulla piattaforma Netacad, e dobbiamo un po’ accelerare i tempi…
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