Articolo apparso su Ecoblog e riportato integralmente:
Su Taranto e la diossina avevamo già scritto qualche giorno fa il post Taranto, la diossina contamina 1300 capi di bestiame. La Regione Puglia ne ordina l’abbattimento. Ora aggiungiamo qualche cifra: secondo i dati INES 2006, l’acciaieria Ilva ha dichiarato di emettere 91,3 grammi di diossina all’anno. Nel nostro paese le emissioni dichiarate sono pari a 99,5 grammi, per cui l’Ilva da sola raggiunge il 92% della diossina italiana e l’8,8% di quella europea.
Questi valori sarebbero fuori legge in tutta Europa. Non in Italia, perché come ha scoperto il sito TarantoSociale, grazie ad un allegato tecnico al Codice dell’Ambiente, le emissioni di diossina a Taranto sono a norma di legge italiana. L’Ilva potrebbe persino permettersi di emettere 36 volte più diossina senza infrangere la legge.
Il governo pugliese si è rivolto sia al governo di centrosinistra che a quello di centrodestra affinché la norma venisse cambiata. Inutilmente. E così ha finito per presentare una legge regionale che dovrebbe stabilire un programma per tutte le industrie pugliesi. “Più passa il tempo – dice Vendola – e più dovranno tagliare. Altrimenti saremo costretti a farli chiudere”.
La strada per l’approvazione della legge regionale si presenta in salita. Basta guardare all’ultima mossa della ministra, si fa per dire, dell’ambiente. Ha rimosso i tecnici che dovevano concedere – o meno – l’autorizzazione integrata ambientale all’ILVA, ed al suo posto ha chiamato esperti di sua fiducia.
E come spiega l’assessore all’Ambiente pugliese Michele Losappio, il presidente del comitato: “stranamente, più volte e con grande enfasi, ha voluto sottolineare come le emissioni dell’Ilva siano tutte nei limiti dell’attuale normativa nazionale”. “Per la prima volta poi – continua il direttore regionale dell’Arpa pugliese, il professor Giorgio Assennato – al tavolo c’erano anche i tecnici dell’azienda”.
Fonte: Ecoblog
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